Tastiera Redox con case in bamboo

Tastiera Redox con case in bamboo

Photo by Falba.Tech

Dalle tastiere tradizionali alle tastiere meccaniche “split”

Per anni ho usato la tastiera Microsoft Natural 4000. Nei primi anni 2000, stanco delle classiche e scomode tastiere che tutti conoscono, ho scoperto l’esistenza dell tastiere ergonomiche e la soluzione Microsft era la più abbordabile. In poco tempo mi sono reso conto di quanto bastasse poco per migliorare la comodità d’uso del PC.

Una tastiera ergonomica aiuta infatti a diminuire lo stress fisico e ciò contribuisce notevolmente a ridurre eventuali disturbi che possono insorgere con l’uso intensivo del PC. A maggior ragione le tastiere ergonomiche “split”, ovvero divise in due parti, una parte dedicata alla mano destra, ed una per la sinistra, rendono ancora meno faticoso l’utilizzo dello strumento.

Come prima cosa le spalle restano più aperte ed i polsi non sono costretti ad essere sempre piegati ma possono stare molto più dritti. Inoltre questa configurazione incentiva l’uso di tutte le dita per scrivere e di fatto permette di distribuire lo sforzo su tutte e dieci le dita. Su questo ultimo punto però rimando ad un approfondimento su QWERTY e layout alternativi come il Colemak .

Sono stato soddifatto per 15 anni fino a quando ho dovuto cambiare tre tastiere nel giro di poco tempo. La prima che avevo acquistato ormai era consumata, così l’ho sostituita con lo stesso modello che però mi ha abbandonato dopo un anno, ne ho presa un altra e anche questa si è rotta quasi subito. La qualità costruttiva non era più quella di una volta e così la mia ricerca di una tastiera ergonomica split è ripresa.

Ho quindi scoperto l’esistenza delle tastiere meccaniche e grazie a (o per colpa di) Reddit mi sono affacciato al fantastico mondo delle tastiere “fai da te”, progetti Open Source che introducono un livello di personalizzazione estremo nel campo delle tastiere.

A questo punto mi sono reso conto che dovevo assolutamente trovare una tastiera split con i tasti meccanici e soprattutto completamente programmabile a livello firmware, più tardi capiremo il perché.

Così, dopo mesi di ricerche ho deciso che la tastiera Ergodox, uno dei modelli più diffusi nel settore, era quella giusta per me. Fortuna ha voluto che mentre la stavo per ordinare ho trovato casualmente un modello simile, una sua evoluzione, chiamata Redox.

Da dove nasce la tastiera meccanica Redox

La tastiera Redox è un progetto italiano realizzato dall’ing. Mattia Dal Ben che, partendo dalla più famosa tastiera Ergodox, voleva ridurne la dimensione per renderla ancora più pratica ed allo stesso tempo correggerne alcuni problemi.

Le caratteristiche che la contraddistinguono sono:

  • Tasti dedicati ai pollici più facili da raggiungere (soprattutto per chi non ha mani molto grandi).
  • Dimensioni compatte (rispetto alla Ergodox).
  • Costo più contenuto grazie all’utilizzo di elettronica meno costosa.
  • Entrambe le metà della tastiera possono funzionare in maniera indipendente.
  • Supporto per la retroilluminazione RGB
  • Supporto Bluetooh (Redox Wireless ).

Non avendo il tempo e la strumentazione necessaria per assemblare da solo una tastiera, ho preferito affidarmi al sito falba.tech che a prezzi ragionevoli costruisce e spedisce questo tipo di prodotti.

Dopo pochi giorni dall’ordine mi è stata recapitata la tastiera. Una sorpresa fin da subito. Esteticamente è molto bella, la base in legno di bamboo ha un certo fascino, ma è stato con la personalizzazione che mi si è aperto un mondo nuovo.

Le prime difficoltà: il thumb-cluster e i layer multipli

Anche se ero già abituato ad usare una tastiera divisa in due, fino a questo momento i pollici erano dedicati esclusivamente alla pressione del tasto “spazio”. Mentre con il thumb cluster sono aumentate le possibilità. Avendo cinque tasti per pollice ci sono a disposizione altri tasti, come ad esempio “invio”, “backspace” e “CTRL”. Ovviamente tutto configurabile tramite la personalizazione del firmware (QMK).

La tastiera Redox inoltre ha molti meno tasti rispetto ad una normale che solitamente ne ha 105. Caratteri speciali, tasti funzione e tastierino numerico sono tutti riportati in differenti layer attivabili tramite la pressione di un tasto dedicato. In pratica attivando un layer i tasti cambiano di funzione e quindi si può avere un livello con tutti i simboli dedicati alla programmazione, oppure un livello per il tastierino numerico e così via. Inizialmente può sembrare complicato, ma in realtà è molto più semplice di quanto sembri.

QMK, ovvero come ti personalizzo il firmware

Quantum Mechanical Keyboard, o QMK, è un progetto Open Source per la realizzazione di firmware di tastiere. Grazie a questo firmware si può creare un layout completamente personalizzato in base alle proprie esigenze e preferenze.

In un prossimo articolo approfondirò la configurazione del layout personalizzato che ho creato nel corso del tempo e che si evolve man mano che le mie esigenze cambiano: Layout personalizzato per la tastiera Redox .

Redox, endgame o startgame

Dopo tre anni di utilizzo di questa splendida tastiera ho deciso di fare un ulteriore passo verso l’ergonomia con un nuovo progetto, questa volta “fai da te”… ma di questo ne parlerò un’altra volta.

Leonardo Finetti

Leonardo Finetti
Si occupa di informatica dalla metà degli anni novanta principalmente in ambito web con tecnologie Open Source. Esperto di Drupal e di SEO offre consulenze in tali ambiti e nel tempo libero si diletta scrivendo articoli di informatica ed anche di design, ergonomia, usabilità e sicurezza.

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